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domenica, marzo 22

Grazie Paolo.



















Alcune ore fa ho ricevuto una pessima notizia per me e per il fumetto made in Catania, oltre che per tutti quelli che gli volevano bene.

Paolo Montalbano, Uomo d’arte e fondatore della fondazione Marco Montalbano è volato in cielo, andando a raggiungere il proprio figliolo, appunto Marco, morto prematuramente molti anni fa.

Questa notizia mi ha turbato profondamente.


Paolo è stato per molti autori di fumetto della città da cui scrivo fondamentale insieme a pochi altri ( per dovere di cronaca Antonino Rocca, gestore della Galleria progetti d’arte di Catania; Angelo Pavone, amico ed anch’esso tronco portante della “speranza” che molti giovani autori in città chiamano fumetto) eroi; vere e proprie colonne portanti del fumetto e della voglia di raccontare per immagini della zona orientale della Sicilia.

In una città dove nessuno sembrava notare me, come molti amici e conoscenti e sconosciuti fumettisti, Paolo ci ha accolto tra le sue braccia, e accompagnati da cari amici e collaboratori ci ha guidato come poteva nella vasta giungla sformata che era a quei tempi la “letteratura disegnata” nella nostra città.

Grazie a quest’uomo e a quelli come lui, ognuno di noi ha trovato in se la forza di provare e riprovare ad abbattere quel muro d’ignoranza che il mondo nostrano aveva verso l’arte del fumetto ed in parte anche grazie a lui molti di noi hanno vinto quella battaglia, soprattutto grazie a lui ed alla fondazione Marco Montalbano ( e per dovere anche grazie ad Antonino Rocca ) quest’arte “disegnata e pensata” si è discostata nell’immaginario collettivo locale che vedeva il fumetto come mero passatempo per ragazzini, tramutandola, sebbene la battaglia sia ancora solo all’inizio, in una cosa ben più profonda, un modo di comunicare paragonabile alla pittura, alla letteratura ed a qualunque forma di vita capace di esser generata dalla mente umana.

Vi chiederete come avrà mai fatto un uomo solo a fare tutto questo? Animato, tra l’altro solo dalla forza che il giovane Marco, il figlio, gli aveva lasciato quando la sua vita si era spezzata troppo presto. Come?

Non saprei. Non ho una risposta e chissà se lui ce l'ha adesso che vede le cose molto più chiaramente di noi.

Grazie a lui, al suo indomito sorriso ed il suo fuoco interiore e grazie ad angeli custodi che ne hanno accompagnato il cammino per tutto il tempo, ci ha seguito lungo numerose mostre da lui organizzate, lungo numerose esperienze che lui ha ispirato in noi.

Come ha fatto? Mi chiedo.

Forse grazie alla sua forza silenziosa, simile a quella di un bambino che si incaponisce in un capriccio fino a che non se n’è nutrito, forse solo grazie alla sua voglia di vederci raggiungere il successo, rivestendoci di un affetto che un padre prova per il proprio figlio, forse per il suo modo di credere in te senza bisogno di dir nulla; capace di farti credere di esser un grande artista anche quando di arte dentro ne avevi solo poche manciate.


Paolo Montalbano. Un nome che non verrà dimenticato nella città in cui vivo; un nome che vorrò sempre portare dentro di me con immenso affetto, anche e soprattutto perché tra noi vi sono stati abbracci ma anche sparute scintille che brevemente hanno acceso i nostri cammini d’uomini, anzi, soprattutto per questo; poichè è nella forza di ritrovare un abbraccio perduto, anche se per poco, che conosci a fondo una persona, imparando ad amarla.


La sua scomparsa arriva in un momento catartico per la città di Catania, dove ognuno di quegli autori che anche lui ha contribuito a forgiare silenziosamente, si sono riuniti nel tentare, proprio come lui ci aveva insegnato, a credere nell’arte, a credere in noi, dando vita ad una rivista, “Fumetto al cubo”, che da oggi in poi sarà animata da un altro spirito, più potente e grande.

Come ha fatto dunque a portarci tutti qui, adesso a pensare a lui come una paterna guida che molte cose ci ha lasciato?

Non lo so davvero. Forse è stata la sua visione, forse la voglia di esaudire il desiderio del figlio Marco, all’epoca giovane fumettista pieno di speranze, che in noi ha continuato a seminare.

Oggi Paolo ci guarda in silenzio, con quel suo sorriso sornione e pieno di quel brillore tipico dei bambini desiderosi di “fare”, ci incita a non arrenderci, anzi, ci spinge ad incendiarci ulteriormente per quel che desideriamo, qualunque cosa sia, ad animarci di nuovi obbiettivi e di nuove speranze, facendo di tutto per raggiungerle .

Noi lo faremo Paolo, te lo dobbiamo.

Catania ha un nuovo nome, una nuova anima che ne ingigantisce il fuoco. Ai suoi eredi il compito di portarne il calore, spargendolo in silenzio e sopratutto con l'amore che Paolo ci ha insegnato a trasformare in arte.


Paolo Montalbano ha finalmente raggiunto Marco, il suo amato Marco; ne avrà cose da raccontargli, altroché se ne avrà.


Ci vediamo lassù Amico mio.








3 commenti:

  1. Paolo è stato un pilastro dell'arte e dello spirito .Purtroppo era un pezzo di noi che se ne è andato .Cercheremo tutti gli amici di non vanificare i suoi sforzi e di portare un contributo alla fondazione.Bisogna rimboccarsi le maniche e cercare di portare avanti la fondazione,come Lui avrebbe voluto!
    Sergio Caruso

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  2. non credo ci siano frasi piu' adatte di queste per descriverlo...ci manchera' tantissimo...

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  3. Adesso il fumetto a Catania ha un nuovo angelo custode, qualcuno cha dall'alto saprà guidare le nostre matite ed i nostri cuori!

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