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mercoledì, novembre 25

Fu in quella notte dei senza dimora...

...che passeggiando sulle strade affollate di quella città di cui non riconosco il nome...Per il nuovo numero di schaker, clicca sul "qui" che ti fa più simpatia.

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3 commenti:

  1. bravo matreus..come sempre riesci a far sorridere senza scadere mai nel banale; qui ad esempio si sorride ma è un sorriso "amaro"..un abbraccio virtuale a te, a quelli che hanno dato vita a questo progetto e a tutti i senza fissa dimora che vivono una vita dove il "superfluo", di cui noi spesso ci circondiamo,è inesistente;forse ognuno di noi dovrebbe vivere almeno un giorno da clochard per capire fino in fondo cosa si prova..

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  2. concordo pienamente Ilaria. Questa teoria io la userei in tutti i campi, a dire il vero. Considera che Se ogni direttore d'azienda si facesse almeno una settimana da operaio, avrebbe decisamente più rispetto dei suoi collaboratori e sopratutto del lavoro che svolgono. La povertà comq non appartiene a questa gente di strada, uomini e donne pieni di storie e pensieri da raccontare, i poveri sono altri. Un pozzo non si giudica da quanto e ben fatto all'esterno o di che pietra è fatto, bensì dallqacqua che scorre dentro di lui, dalla sua qualità e dalla sua limpidezza. Grazie per i tuoi auguri, sono molto ben accetti. Un'abbracio vistuale a te e alla gatta filosofa che t'accompagna!

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  3. è vero quando scrivi che la verà povertà è quella interiore..Povero è quel tale Landi che ha "venduto" per un euro più di mille lavoratori di Eutelia come carne da macello..Loro sono i veri ricchi; lui invece con la sua villa a 3 piani e con la sua pochezza morale è veramente un poveretto!

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